Cinnamon si sta facendo bello
Clement Lefebvre ha pubblicato il consueto post mensile sullo sviluppo di Linux Mint. Questo mese ci parla delle novità grafiche di Cinnamon e della migrazione a Aptkit e Captain.
Miglioramenti visivi in Cinnamon
Una delle cose che gli utenti rinfacciano sempre a Cinnamon (e io son sempre in prima fila come portabandiera) è il tema predefinito.
Joseph, uno dei membri del team di Cinnamon, ha iniziato a metter le mani sul tema di default di Cinnamon. Le prime modifiche sono appena arrivate nel ramo master di Cinnamon.
Il tema è molto più scuro e contrastato di prima. Gli oggetti sono arrotondati ed è stato introdotto uno spazio fra le applet e il pannello.
Le finestre di dialogo sono state riprogettate. Sono ben bilanciate e presentano pulsanti separati.
Quando un’applicazione è bloccata e non risponde più, Cinnamon mostra una finestra di dialogo “Uscita forzata”. Questa era una finestra Gtk. È stata riscritta in Clutter per apparire come il resto di Cinnamon:
L’OSD dei pulsanti multimediali appare più moderno e molto più pulito di prima:
e lo stesso vale per l’OSD dell’area di lavoro:
Joseph sta anche lavorando su notifiche, animazioni, menu principale, dialoghi pkexec/logout, un nuovo applet di stato etc. Nei prossimi mesi avremo nuovi dettagli.
Transizione verso Aptkit e Captain
La transizione verso Aptkit e Captain è ormai terminata. A partire da Linux Mint 22.1, la cui uscita è prevista per dicembre, nessuno dei progetti di Linux Mint dipenderà più da aptdaemon, synaptic, gdebi o apturl.
Aptdaemon, il modulo aptdaemon di mintcommon e ubiquity verranno infine dismessi.
Il passaggio ad Aptkit e Captain offre i seguenti vantaggi:
- Niente più problemi di traduzione. Ora tutto è completamente tradotto.
- Niente più bug/tagli. Linux Mint non dipende più da componenti non manutenuti.
- Ridefinizione dell’ambito. Tutto ciò che non serviva è stato rimosso, tutto ciò che mancava (eliminazione dei pacchetti, downgrade a pacchetti specifici ecc.) è stato aggiunto.
Questo ha permesso di rifattorizzare completamente il codice in Update Manager e semplificarne notevolmente l’architettura. Funzionava bene, ma era stato scritto decenni fa e alcune delle tecniche e dei componenti su cui si basava non erano future-proof.