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Hands-On MX Linux

E’ la distro al primo posto della classifica di DistroWatch dal 2019 e, per quanto abbia delle riserve sul fatto che quella classifica rifletta davvero l’interesse “dell’internet”, questo Hands-On è partito dall’idea di capire perchè questa derivata di Debian Stabile sembra suscitare così tanto interesse.

Iso, installazione e primo avvio

Il supporto di installazione è disponibile in varie versioni, con desktop xfce, KDE e fluxbox: quest’ultima non l’ho scaricata in quanto non mi interessava.

Leggo anche della possibilità di scaricare la iso xfce in versione AHS “Advanced Hardware Support” per hardware più recenti, mentre l’unica iso KDE ha i repo ahs abilitati. Non capisco bene la differenza visto che, dopo l’installazione, hanno kernel diversi; in ogni caso vale un po’ lo stesso commento di Linux Mint edge, perchè due iso? O se ne fa una sola con componenti più recenti oppure si usa una distro base con un modo per far scegliere che kernel installare, tipo: scegli tra più stabile o se hai un computer molto recente.

Il primo avvio mi propone un opzione per VirtualBox, molto molto figo visto che posso andare subito in fullscreen.

L’installer non è per nulla esaltante e, anticipando alcune cose che vedrò più avanti, dovrebbe includere le opzioni per l’installazione dei codec e dei driver proprietari nVidia come su Ubuntu, operazioni che sono gestite poi da applicazioni ad-hoc a sistema installato … e se ci dovesse essere un punto in cui far scegliere in maniera semplificata all’utente che kernel installare, potrebbe essere questo. Come parere personale, forse utlizzare un installer più user friendly tipo Calamares sarebbe stata una scelta più saggia.

L’installazione prosegue spedita e posso procedere al primo avvio, per par condicio ho fatto un giro su entrambe le versioni XFCE e KDE, e in entrambe vengo accolto da una finestra di benvenuto grigia in stile … Windows 95. Una bella svecchiata, e uno sfondo di default migliore, non sarebbero per nulla male.

Il primo giro di aggiornamenti è molto ben gestito in KDE con Discovery, mentre sulla versione standard è una finestra miserella che apre un bel terminale. Fa egregiamente il suo lavoro, ci mancherebbe, ma potrebbe essere qualcosa di più moderno.

Look and feel

Doverosa premessa: non sono un grande fan di nessuno dei desktop proposti.

La versione xfce ha un tema gradevole ma una disposizione a barra laterale che secondo me ha poco senso, credo che una customizzazione a barra orizzontale (o dock) come in Manjaro sia migliore. In qualche modo sono riuscito a spostare la barra in basso e a dare un’ordine sensato alle icone.

Un po’ meglio con KDE ma la barra è veramente piccola; vero che si possono aumentare le dimensioni della barra, ma qualche pixel in più di default non avrebbe guastato. Anche qui, forse il tuning di casa Manjaro risulta leggermente meglio di questo, oppure apprezzo molto come è stato sistemato su Garuda, colori shock a parte, con la dock centrale.

Le shortcut ci sono e la localizzazione in italiano è quasi completa.

Utility preinstallate

MX ha preinstallato una sua suite di toolkit di sistema, tra cui le applicazioni per installare codec e driver nVidia come dicevo prima. Ci sono altre applicazioni preinstallate, tra cui LibreOffice, Tunderbird e VLC per citarne alcune, la localizzazione delle applicazioni però manca. Vedo che sono abbastanza aggiornate, forse merito dei repo MX di cui parlerò a breve.

Altro software

L’installazione di .deb scaricati da internet è gestita molto meglio rispetto a Ubuntu. Il gestore pacchetti funziona alla grande: i pacchetti organizzati per tipologia e permette di scegliere la sorgente per l’installazione tra repo, repo MX e flatpak.

Tuttavia è davvero incasinatissimo e crea un sacco di confusione: repo, repo MX, backport, flatpak eccetera sono tutte cose che hanno creato un po’ di confusione; mettetevi nei panni di un utente meno esperto.

Nella versione KDE c’è anche l’app discovery, molto meglio di MX Installa software, certo, ma ridondante; per ora il migliore che ho visto in generale è POP!Shop .

Conclusioni

Questa distro è l’esatto opposto di Deepin Linux, dove sotto una vetrina scintillante traballa un po’ tutto, perchè a livello tecnico, e pure logico, è il massimo: 

– è una downstream di una distro libera, quindi non dipendente dalle decisioni di un’azienda in particolare

– i repo della distro risolvono il problema del software applicativo a volte un po’ datato

– funziona benissimo in macchina virtuale

– funziona benissimo a prescindere

– si riesce a installare tutto quello che serve nella maniera corretta e ci sono più scelte, il tutto con un installer grafico che non è intuitivo ma funziona.

Il problema è che serve una bella lucidata lato user experience e appeal, partendo dal logo e arrivando alle applicazioni fatte apposta dalla distro: via quel grigino depressione, svecchiamo un po’ le cose dai!

Riguardo ai desktop xfce sarà pure leggero, configurabile e super stabile ma non so se abbia ancora senso di questi tempi se non per le macchine virtuali di supporto; KDE invece è bellissimo, moderno e da quanto ne so è estremamente versatile, con qualche martellata a destra e sinistra e un paio di modalità (tipo barra o dock) da scegliere non ce ne sarebbe per nessuno.

Marco Giannini

Quello del pacco / fondatore di Marco’s Box