Il Garante Europeo della Protezione dei Dati sperimenta soluzioni open source
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Buone notizie dal fronte istituzioni europee per quanto concerne l’adozione di software libero e open source all’interno della propria infrastruttura.
Dal mese di febbraio 2023 il Garante Europeo della Protezione dei Dati (GEPD) ha iniziato a sperimentare l’utilizzo di Nextcloud e Collabora Online (basato sulla tecnologia LibreOffice) come strumenti per condividere file, inviare messaggi, effettuare videochiamate e consentire la redazione collaborativa, in un ambiente cloud protetto.
Wojciech Wiewiórowski, garante europeo della protezione dei dati, ha dichiarato: “Il software open source offre alternative favorevoli alla protezione dei dati ai fornitori di servizi cloud su larga scala comunemente utilizzati che spesso implicano il trasferimento dei dati personali delle persone verso paesi non UE. Soluzioni come questa possono quindi ridurre al minimo la dipendenza dai fornitori di monopolio e il blocco del fornitore dannoso. Negoziando un contratto con un fornitore di servizi cloud con sede nell’UE, il Garante Europeo della Protezione dei Dati sta rispettando i suoi impegni, come stabilito nella sua strategia 2020-2024, per sostenere le istituzioni europee nel dare l’esempio per salvaguardare i diritti digitali e trattare i dati in modo responsabile.
Acquistando il software open source da un’unica entità nell’UE, si evita l’uso di sub-incaricati. In tal modo, il GEPD evita i trasferimenti di dati verso paesi terzi e consente un controllo più efficace sul trattamento dei dati personali.
Il GEPD valuterà nei prossimi mesi in che modo questi strumenti possono supportare il lavoro quotidiano delle istituzioni europee. Questo progetto pilota fa parte di un più ampio processo di riflessione informatica che il GEPD ha già avviato lo scorso anno volto a incoraggiare le istituzioni europee a prendere in considerazione alternative ai fornitori di servizi su larga scala per garantire una migliore conformità al regolamento (UE) 2018/1725.