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Ubuntu è maturo per un uso professionale?

Sono passati diversi anni da quando ci si chiedeva se Ubuntu potesse essere un OS valido in ambito lavorativo (e diversi anni dal mio ultimo post quasi :P).

Io sono un programmatore, quindi il mio punto di vista è limitato all’utilizzo che faccio delle mie macchine, queste riflessioni dunque non sono necessariamente valide per i gamers, per chi lavora nell’ambito della grafica e del montaggio video.

Se sei un programmatore, Ubuntu è una bella scelta per tutti i vantaggi che porta con sé, da tutte le utility nel terminale ad un ambiente plasmabile al proprio workflow, passando per una serie di software belli e completi come LibreOffice, GIMP, Inkscape giusto per citarne tre disponibili anche su altri OS.

Uno dei problemi principali possono essere le prestazioni. Anni fa, ricordo, Linux era la scelta migliore anche per il supporto ad hardware non recentissimo, oggi le cose sembrano cambiate e se è vero che non si può pretendere che hardware datato possa essere supportato per lustri è anche vero che ultimamente tanti programmi (in tutti gli OS) stanno facendo una corsa all’uso della RAM e della CPU a scapito dell’ottimizzazione alquanto inspiegabile.

Ritengo che 4GB di RAM e un dual core sono insufficienti quasi per qualsiasi tipo di utilizzo professionale multitasking a prescindere dal DE (non sto considerando i wm) proprio perchè come dicevo in precedenza sono i programmi ad essere ottimizzati per sfruttare la potenza della macchina, o almeno, provate a fare la build di un’app HelloWord e poi ne riparliamo su una macchina di quel tipo e poi ne riparliamo…!

Sono lontani i tempi del buon vecchio Gnome 2, di Synaptic al posto del Software Center (anche se concettualmente distanti).

La questione driver è migliorata rispetto ad anni fa,come sono sicuramente migliorate le User Experience proposte dai maggiori DE, ma lato autonomia ancora oggi c’è diverso lavoro di ottimizzazione da fare e non solo su Ubuntu, e speriamo sempre che qualche aggiornamento del kernel risolva o in parte porti ad una sostanziale parità di autonomia rispetto ad altri sistemi operativi..

Personalmente credo che Ubuntu sia maturo per un uso professionale la dove la programmazione sia l’attività principale, in altri c’è ancora qualcosa da fare a partire dall’ottimizzazione dei driver (e se non si vuole a tutti costi utilizzare quelli open proposti almeno quelli closed dovrebbero essere ottimizzati dai produttori).
Sicuramente avere una macchina fissa assemblata elimina moltissimi degli aspetti “negativi” per un programmatore, aspetti come driver e ottimizzazione energetica vengono a mancare con un minimo di selezione di hardware sicuramente compatibile.

In conclusione: Probabilmente per programmare è oggi la miglior soluzione anche se proposte come quelle di Microsoft con Windows 10 e l’integrazione della shell di Ubuntu dello scorso anno è sicuramente interessante da provare e valutare.

Voi cosa ne pensate? In che ambito professionale utilizzate Ubuntu (o una qualsiasi altra distribuzione)?

Non la pensate come me? Fatemi sapere qual’è la vostra opinione!

Marco Giannini

Quello del pacco / fondatore di Marco’s Box