Il declino di Firefox potrebbe accelerare per via del Governo Americano
Inutile girarci in torno con mille preamboli: Firefox non sta bene. A livello di diffusione, nel corso degli anni, non ha fatto altro che perdere costantemente quote di mercato, sia lato desktop che mobile, nonostante il browser stia continuando a migliorare di versione in versione, migliorando la privacy degli utenti out-of-the-box, e nonostante recentemente stia godendo di buona fama sulle testate giornalistiche online per via del Manifest V3 di Google che sui browser basati su Chromium renderà vita difficile agli adblocker mentre sul nostro caro Firefox non avrà nessun impatto.
In America le cose si stanno complicando
In queste ore mi sono imbattuto in un articolo sul blog di Bryce Wray che offre un ulteriore punto di vista sulla decrescita di Firefox e ci parla di un evento, che sembra ormai imminente, che secondo lui impatterà ulteriormente, in maniera negativa, sulla diffusione del browser.
Il Governo degli Stati Uniti ha una sua sua linea guida, chiamata U.S. Web Design System (USWDS), che è rivolta agli sviluppatori di siti web governati. La USWDS fornisce agli sviluppatori di siti web governativi una serie completa di standard da rispettare per la loro realizzazione.
Nella documentazione per gli sviluppatori viene utilizzata la “regola del 2%” (che viene usata anche dall’omologa britannica):
…supportiamo ufficialmente qualsiasi browser al di sopra del 2% di utilizzo come osservato da analytics.usa.gov.
E indovinate un po’ come sta messo attualmente Firefox secondo le statistiche di riferimento?
Attualmente è al 2,2% e si sta avvicinando pericolosamente alla soglia critica.
Cosa potrebbe accadere?
Nel suo articolo, Bryce Wray, ipotizza cosa potrebbe accadere a Firefox qualora dovesse scendere al di sotto del 2% di diffusione. In uno scenario di questo tipo accadrebbe la stessa cosa che è accaduta a Internet Explorer.
- Una volta che Firefox scende sotto la soglia del 2% nell’analisi dei visitatori del governo, l’USWDS dice agli sviluppatori web del governo che non devono più supportare Firefox.
- Quando la notizia si diffonde, si diffonde rapidamente non solo alla comunità degli sviluppatori front-end, ma anche ai dipartimenti IT delle aziende per cui alcuni sviluppatori web lavorano. Molte aziende fanno molti affari con il governo e, quindi, qualsiasi cosa faccia il governo dal punto di vista informatico influenzerà quello che fanno le aziende.
- Le aziende vedono questo cambiamento come un’opportunità per ridurre i costi di sviluppo e i tempi di consegna, in quanto fornisce una scusa per eliminare alcuni test (e, in rari casi, la codifica specifica) dal loro flusso di lavoro di sviluppo.
Conclusioni
Insomma, secondo questa analisi, anche se un tantinello pessimistica e troppo americanocentrica, ha comunque riscontro nei dati di diffusione forniti da statcounter.
Di seguito potete vedere i grafici di diffusione dei browser web nell’ultimo anno (Novembre 2022-Novembre 2023).
Il primo mostra il dato aggregato relativo a tutte le piattaforme (desktop, tablet, mobile e console) e come potete vedere Firefox, a livello globale, si attesta al 2,94%.
Le cose migliorano se si tiene conto del solo utilizzo desktop con Firefox che si attesta al 6,27%
un dato che è comunque basso rispetto ai fasti di qualche anno fa.
A mio avviso le cose potrebbero comunque migliorare nel 2024 con l’arrivo del Manifest V3 che renderà la pubblicità su Chrome sempre più invasiva per gli utenti. O almeno è quello che io spero, per Firefox, per noi utenti e per la libertà sul web.
Voi cosa ne pensate?