Fedora 32 – Installazione su hard disk esterno
Per verificare gli step della guida post installazione di Fedora 32 non avevo voglia di riformattare un portatile visto che stavo rodando Ubuntu 20.04 prima di installarlo sul portatile dell’ufficio, ho quindi preso la palla al balzo per ritentare nuovamente l’installazione di Fedora su un disco esterno e già che c’ero ho pensato di scrivere due righe.
Ho provato, concettualmente, la stessa cosa con l’installer di Ubuntu ma è finito in tragedia e ho dovuto reinstallare tutto il sistema da capo; con Fedora le cose sono però andate meglio.
DISCLAIMER: Il procedimento ha funzionato correttamente più di una volta su più di un computer, ma non mi assumo nessuna responsabilità se malauguratamente questo procedimento intaccasse il settore di boot o grub del vostro sistema principale, procedete a vostro rischio.
Dopo aver preparato la chiavetta con la ISO di Fedora (workstation) 32. Ho recuperato un vecchio SSD che mi avanzava e un box esterno USB 3.0, collegato tutto al portatile, acceso e selezionato boot con la chiavetta, come al solito.
Nella sezione partizionamento disco, appare chiaramente anche il disco esterno che potremo selezionare.
L’installer, come specificato, lavorerà unicamente il disco selezionato e non toccherà il disco principale.
Possiamo ora continuare la nostra installazione e, al termine, riavviare il computer ricordandoci di scegliere, come dispositivo di boot, stavolta il disco esterno (la chiavetta non serve più).
Possibili utilizzi di questo disco (o anche un’altra chiavetta sufficientemente capiente, non credo faccia differenza) sono la possibilità di avere un sistema configurato con tutti i nostri dati che potremmo usare su un qualsiasi computer senza intaccare altri dischi, oppure come soluzione di backup per la nostra postazione di lavoro.
Chiaramente il collo di bottiglia dato da un collegamento USB c’è e su operazioni che prevedono un utilizzo massiccio della memoria di massa questa cosa potrebbe risentirne.
Un altro problema potrebbe essere la mancanza di driver sul computer che ci ospita, mancassero i driver della scheda di rete wifi o della scheda video potrebbe essere un problema.
Fedora è famosa per i rilasci frequenti di versioni e per l’alta frequenza degli aggiornamenti, utilizzando saltuariamente un’installazione del genere dovremmo fare degli aggiornamenti massicci ogni volta. Forse CentOS (magari stream) potrebbe essere una buona alternativa visto che ha lo stesso installer e fa parte della stessa famiglia, ma al momento non sono ancora così masochista da volerlo installare su un desktop. Con una guida post install già fatta magari potrei pensarci.