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Mozilla aggiorna i termini di utilizzo e le FAQ sulla privacy di Firefox dopo le polemiche degli scorsi giorni

Non si placano le polemiche della community nei confronti di Mozilla dopo la pubblicazione dei termini di utilizzo di Firefox e le modifiche alla policy sulla vendita dei dati di navigazione degli utenti.

Mozilla è dovuta intervenire per spegnere l’incendio con un nuovo post, sul proprio blog ufficiale, andando a specificare il modo in cui Mozilla interagisce con i dati degli utenti.

Vediamo assieme cosa cambia.

La prima modifica riguarda i termini di servizio.

Vecchia versione

Tu concedi a Mozilla tutti i diritti necessari a far funzionare Firefox, tra cui quello di elaborare i dati come descritto nell’Informativa sulla privacy di Firefox, e di agire per tuo conto per agevolarti nella navigazione in Internet. Quando carichi o inserisci informazioni tramite Firefox, ci concedi una licenza non esclusiva, esente da royalty e valida in tutto il mondo, per l’utilizzo di tali informazioni per aiutarti a esplorare, fruire e interagire con i contenuti online, come da te accettato con l’utilizzo di Firefox.

nuova versione

Tu concedi a Mozilla i diritti necessari per far funzionare Firefox. Ciò include l’elaborazione dei tuoi dati come descritto nell’Informativa sulla privacy di Firefox. Include anche una licenza non esclusiva, esente da royalty e valida in tutto il mondo, per il solo scopo di eseguire le azioni da te richieste con i contenuti che inserisci in Firefox. Questo non conferisce a Mozilla alcun diritto di proprietà su tali contenuti.

Viene inoltre rimosso il riferimento alla politica di utilizzo accettabile perché sembra creare più confusione che chiarezza.

Aggiornate inoltre le FAQ sulla privacy per affrontare meglio i dettagli legali relativi a termini come “vende”.

Il motivo per cui Mozilla si è allontanato dal fare affermazioni generiche del tipo “Non vendiamo mai i tuoi dati” è perché, in alcuni luoghi, la definizione LEGALE di “vendita di dati” è ampia e in continua evoluzione. Ad esempio, il California Consumer Privacy Act (CCPA) definisce “vendita” come “vendere, affittare, rilasciare, divulgare, diffondere, rendere disponibile, trasferire o altrimenti comunicare oralmente, per iscritto o tramite mezzi elettronici o di altro tipo, le informazioni personali di un consumatore da parte di [un’] azienda a un’altra azienda o a una terza parte” in cambio di “corrispettivo monetario” o “di altro valore”.

Leggi sulla privacy simili esistono in altri stati degli USA, tra cui Virginia e Colorado. E questa è una buona cosa: Mozilla è da tempo sostenitrice delle leggi sulla privacy dei dati che danno potere alle persone, ma le interpretazioni contrastanti dei requisiti di non vendita lasciano molte aziende incerte sui loro obblighi esatti e sul fatto che siano o meno considerate “venditrici di dati”.

Basterà questo a far placare gli animi degli utenti?

Marco Giannini

Quello del pacco / fondatore di Marco’s Box