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COSMIC – Come siamo messi?

Ho pensato, in occasione della seconda alpha, di fare un po’ il punto della situazione su COSMIC, il nuovo desktop environment per Linux in sviluppo da parte di System76.

Non sono un programmatore, quindi non posso giudicare se scriverlo in Rust sia una buona o cattiva idea. Personalmente, ciò che mi interessa è che il sistema funzioni bene. Non mi preoccupo dei 30 MB di RAM risparmiati rispetto ad altri ambienti: con i computer desktop moderni, questi dettagli hanno un impatto trascurabile.

Cosa mi piace (e cosa no)

Tre anni fa, in una recensione di Pop!_OS, mi lamentavo della mancanza di uno splash screen. Finalmente è stato aggiunto! Anche se durante l’avvio si vedono ancora alcuni log di sistema, non è nulla di grave. Magari potrebbero nasconderli sotto lo splash screen, con un piccolo suggerimento tipo “Premi X per visualizzare i log di avvio”.

Da fan di Gnome non posso non ritrovare in COSMIC il suo look and feel moderno e coerente, insieme alle opzioni di personalizzazione ben bilanciate.

Oltre al desktop ci sono anche le applicazioni: il terminale e l’editor di testo non hanno di certo l’effetto WOW ma sembrano fatti abbastanza bene.

Manca Eddy per installare i file .deb con un click, stando a System76 la funzionalità verrà gestita da Pop Shop, il gestore di applicazioni e aggiornamenti che al momento appare senza particolari effetti speciali ma assolutamente gradevole e funzionale.

Al contrario di Ubuntu, il supporto per aprire i file .zip funziona senza dover installare altro.

Un aspetto ancora da migliorare è il supporto ai monitor touch: ci sono problemi con il puntatore e il trascinamento nelle app COSMIC. Inoltre, non mi piacciono alcune delle scorciatoie da tastiera predefinite, per esempio, perché usare SUPER+ESC per bloccare lo schermo quando su Ubuntu (e anche su Windows o Mac) basta SUPER+L? E perché cambiare la combinazione CTRL+ALT+T per aprire il terminale? Capisco che si possano personalizzare, ma si potevano scegliere impostazioni di default più intuitive.

Un altro tema rilevante riguarda le applicazioni disponibili nei repository. Anche se COSMIC è nuovo, bisognerà testare a fondo la compatibilità delle app open-source con questo desktop.

Stato di sviluppo

Nonostante sia ancora in fase alpha, COSMIC è sorprendentemente utilizzabile. Certo, mancano alcune funzionalità, ma paragonerei la sua stabilità a quella di Ubuntu 24.04 appena fu rilasciato (un disastro).

Ho percepito molto interesse riguardo al progetto, se qualche altra distro proverà ad adottarlo sono sicuro che in meno di un annetto il progetto si potrà considerare davvero stabile e anche le applicazioni funzioneranno correttamente.

Come detto inizialmente non sono un programmatore, mi sono limitato a segnalare alcuni bachi e a fornire le traduzioni in italiano dove possibile. Su quest’ultimo punto segnalo che le traduzioni sono dei file di testo da aggiornare e a volte non è proprio semplicissimo perchè non c’è un ordine specifico. Io ho cercato di ordinare le stringhe come il file principale in inglese in modo da poterli confrontare più facilmente con Meld. Il file di localizzazione dei settings è stato particolarmente ostico, ma ci sono riuscito.

Sarebbe interessante, come idea per il futuro, un’opzione per cambiare il layout, magari tramite un layout switcher simile a quello di Zorin o Mate, senza dover ricorrere a troppi plugin.

Un aspetto che ho apprezzato molto è il programma Ambassador: ho inviato i miei contributi a System76 e mi hanno mandato degli sticker e una maglietta. Piccoli dettagli che fanno piacere!

Considerazioni finali

Ci sono tantissimi desktop environment per Linux: alcuni bellissimi ma incompleti, altri leggeri e stabili, ma con un design fermo agli anni ’90. Quindi, era davvero necessario crearne un altro? Di base, direi di no. Ma se un’azienda ha bisogno di un ambiente desktop da proporre per vendere i propri prodotti, allora la risposta diventa un deciso “perché no?”.

COSMIC offre un’interfaccia pulita e moderna, che potrebbe davvero mettere d’accordo molti. E, come dice “The Linux Experiment”: se ti piace Linux, dovresti cercare di farlo piacere anche a più persone possibile.