Ho messo nel cassetto smartwatch e smartband per tornare agli orologi. E si, ora vivo meglio.
Da diversi anni a questa parte al mio polso ho sempre portato un qualche dispositivo atto al monitoraggio di passi e notifiche.
Ho iniziato con la Xiaomi Mi Band 2 arrivando sino alla Mi Band 7, alternandola con alcuni smartwatch con WearOS e Tizen. Fra tutti i device quello a cui sono più affezionato è il Samsung Gear S3 Frontier,
uno degli smartwatch più riusciti di Samsung con Tizen che, nonostante
gli anni sulle spalle, continua ancora ad avere una buona autonomia e ad offrire una serie di funzionalità interessanti come il supporto alle chiamate vocali e la possibilità di rispondere alle notifiche.
Il Samsung Gear S3 Frontier |
Avere la possibilità di vedere al volo una notifica senza dover cacciare lo smartphone dalla tasca è una cosa che può essere molto comoda, sia al lavoro che nella vita di tutti i giorni, magari mentre facciamo la spesa, facciamo un giro per strada o magari mentre siamo impegnati in qualche lavoro manuale.
A questa funzionalità si affianca quella di monitoraggio della salute con contapassi, monitoraggio delle attività sportive, monitoraggio dei battiti, della saturazione sanguigna (specie dopo il periodo di Covid 19 che abbiamo passato) e monitoraggio del sonno. Avere sotto controllo questi parametri è comodo e, per chi come me, oltre ad essere pigro per natura, è anche costretto a stare alla scrivania per diverse ore della giornata causa lavoro, può essere uno stimolo per auto costringersi a muoversi di più.
La Xiaomi Smart Band 7 che ho recensito qualche tempo fa |
Io l’ammetto, con questi dispositivi ci sono rimasto sotto.
Ogni mattina la prima cosa che faccio è guardare quanto ho dormito, ed è una cosa che diciamocelo, è un po’ sciocca e senza senso. Ho davvero bisogno che un device mi dica se mi sono svegliato o meno durante la notte? Ho davvero bisogno di un device che mi dica se mi sento riposato o meno? Io credo proprio di no.
Durante la giornata sto li a guardare in continuazione il polso ogni qual volta arriva una notifica. Può essere comodo ma durante il lavoro si finisce col perdere tempo guardando notifiche non di vitale importanza. La stessa cosa mi capita durante i pasti. Ogni qual volta mi siedo a tavola zacchete, arriva la notifica del seccatore di turno che ti distrae e se, relativo al lavoro, ti mette l’ansia addosso e ti fa mangiare male e nervoso. Non so voi ma io quando sto mangiando e ricevo messaggi di lavoro mi vien il nervoso e mi rovino il pasto. A volte la gente non conosce il limite e ti contatta in orari impensabili. Direte voi, basta spegnere il cellulare etc. Lo so, però uno di solito non lo fa perché metti caso che ti arriva una telefonata o un messaggio importante da parte di un familiare?
Che poi, non so voi ma a me questi dispositivi hanno spesso fatto scherzetti non andandomi a notificare le notifiche davvero importanti (anche se in questo caso sospetto sia colpa della MIUI).
Durante la giornata poi mi capita spesso di star li a controllare il numero dei passi fatti, di mettermi a confrontare le statistiche con il giorno precedente e così via. Per non parlare dei battiti, che uno sta li a guardare le statistiche e vede numeri strani e si inizia a far prendere dal panico. Per fortuna non ho mai avuto uno smartwatch in grado di misurare l’elettrocardiogramma stile Apple Watch, altrimenti…
E poi la cosa più fastidiosa. Stare li a dover cercare sempre una presa. Gli smartwatch si sa, non hanno una grande autonomia e almeno una ricarica al giorno va fatta. Le smartband più evolute sulla carta promettono lunga autonomia ma, almeno nella mia esperienza con i prodotti Xiaomi, almeno ogni settimana devi metterla a caricare.
Vabbè, l’avete capito, come ho detto ad inizio articolo io ci son rimasto sotto.
Per questo motivo ho deciso di mettere da parte questi dispositivi e di tornare ad utilizzare gli orologi che ho collezionato in giovane età (non che son vecchio, son nel fior fiore degli anni tze).
Il Vostok Komandirskie che sto indossando ultimamente, un ricordo di Zio Gino che ora non c’è più |
E vi dirò, senza smartband e smartwatch si vive bene lo stesso, anzi, si vive in alcuni casi meglio.
Non ho più la smania di controllare le statistiche sulla mia salute, di star li a guardare quanti passi per colpevolizzarmi se non ho raggiunto gli obiettivi minimi che mi ero imposto. Cammino e basta, anzi, se vai a vedere a conti fatti cammino di più. Il muoversi di più è una cosa che deve partire da dentro. Aggiungete il fatto che non sono uno sportivo professionista che ha bisogno di misurare nel dettaglio la propria prestazione sportiva (fra l’altro chi pratica sport agonistici non usa di certo smartband e smartwatch ma fa uso di dispositivi specifici).
Il non avere notifiche continue al polso poi mi ha aiutato a ridare la giusta priorità ai rapporti con le persone. Se vuoi dirmi qualcosa di importante mi chiami, non vai di messaggino. Le mail idem, inutile star lì a guardare ogni mail non appena arriva come fosse una cosa importantissima da fare.
Ho deciso che per i prossimi mesi continuerò a snobbare questi dispositivi, sto troppo bene senza. E voi? Siete anche voi vittima di smartwatch e smartband?