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Open source games

 

“Giocare” e “Linux” nella stessa frase in passato non si sentivano quasi mai per il fatto che molti titoli mainstream non potevano essere eseguiti su questi sistemi operativi. Certo, emulando in qualche modo (Mame, Wine, PlayOnLinux) si poteva portare a casa qualcosa, ma magari alternative più comode, almeno a me, avrebbero fatto piacere.

Oggi le cose vanno molto meglio, da anni oramai il client Steam esiste anche per Linux e non avere titoli di grido sembra essere un problema sempre minore, a questo riguardo suggerisco il video in cui morrolinux installa e gioca, tramite proton, a Cyberpunk 2077.

Personalmente però, a parte la serie di Diablo, non sono un gran videogiocatore.

Ogni tanto cerco qualcosa con cui staccare la testa ma lato PC spesso si trovano giochi giganti e complicatissimi, e sullo smartphone il modello free+pubblicità a volte è davvero snervante.

Creare un gioco non è per nulla facile, tra sviluppo dell’idea, implementazione, grafica e suoni accattivanti e storia; il lavoro dietro va ben oltre il semplice sviluppo a livello di codice. Ciononostante c’è un intero filone di giochi open source che nasconde delle perle piuttosto interessanti.

Si parte dalla semplicità dei giochi in stile Commodore 64, glorioso ma al giorno d’oggi davvero obsoleto, per arrivare a un bello stile retrò, cosa pare vada di moda nei giochini casual, e anche a una grafica 3d di tutto rispetto.

Alcuni di essi sono delle ricostruzioni di giochi famosi invece altri sono veri e propri cloni (cosa che non so fino a che punto sia legale e che non approfondirò in quanto non è la mia materia), altri di open hanno solamente l’engine di gioco perché per i contenuti multimediali serve avere i supporti originali, o comunque non sono allegati al progetto.

Mentre solitamente non ci mettiamo a cercare del software applicativo particolarmente vecchio, a meno di qualche utility abbandonata che fa proprio quello di cui abbiamo bisogno, per i giochi le cose sono diverse. Non è detto che il gioco evolva nel modo che ci piace e magari preferiremmo continuare a giocare con una versione precedente, oppure un progetto obsoleto può non essere compatibile con i sistemi operativi moderni.

E’ la cosa che mi è successa durante il periodo di lockdown, preso dalla noia ho tirato fuori i miei cd originali di Diablo 2 e registrato il seriale sul sito Blizzard, ma avviare il gioco su Windows 10 era impossibile nella modalità classica: servivano 2 martellate extra.

Ho quasi 40 anni, di acqua sotto questi ponti ne ho vista passare, diciamo che poter preservare questa porzione di cultura, ricordi e divertimento avendo la possibilità di giocare a un gioco vecchio non sarebbe male.

Rendere open source un gioco, che dal mio punto di vista è parte della cultura ludica, è un modo per prolungarne la vita visto che mantenere per tanti anni tutti i prodotti di una software house potrebbe essere antieconomico. Inoltre non abbiamo nessuna garanzia che i servizi come gli store digitali resistano al passare dei decenni.

Un altro aneddoto simile è di pochi giorni fa, durante una chattata con un amico nella quale abbiamo parlato delle console con supporti fisici rispetto a quelle solamente cloud-based “Mi è appena venuta in mente una cosa. Se compri una console che va con i giochi fisici, tra vent’anni compri un disco usato e ci giochi; ma se ne compri una solo digitale, tra vent’anni giochi solo a ciò che hai già comprato perché l’usato non esiste. […] e fortunatamente abbiamo comprato la psp e non la psvita”.

Come vedremo più avanti ci sono modi anche parziali di rilasciare il codice sorgente.

Per questo motivo ho pensato di recensire sinteticamente alcuni giochi open source che ho trovato su questo bellissimo sito i quali dovrebbero, o almeno ne avrebbero le potenzialità, resistere allo scorrere del tempo e delle tecnologie. Premetto che le recensioni, nella loro totalità, quindi sia lato giocabilità che rifiniture, sono assolutamente soggettive.

L’idea è di far uscire una serie di articoli, divisi per categoria, presentando vari giochi open con cui perdere tempo al lav … ehm passare parte del nostro tempo libero 🙂

Stay tuned !!!

Marco Giannini

Quello del pacco / fondatore di Marco’s Box