Parliamo un po’ di ARM …
Da quasi 15 anni, quando ho iniziato a giocare con i primi smartphone Android, ad adesso, i processori ARM sono migliorati ad una velocità impressionante. Spinti dall’evoluzione generale degli smartphone, al giorno d’oggi, non hanno nulla da invidiare in termini di potenza di calcolo rispetto ai “cugini” x86 e, per il fatto che gli smartphone sono per definizione a batteria, lo sviluppo ha sempre tenuto conto anche dei consumi.
Questo detto, riassumerei un po’ le applicazioni, sia dirette che per sentito dire, fuori dal mondo degli smartphone di questa architettura per arrivare, chiaramente, al grosso punto interrogativo finale.
La prima volta che misi le mani su un ARM, che pesava più di mezzo chilo, risale a 7 o 8 anni fa su un Microsoft Surface equipaggiato con Windows RT, la versione castrata dell’allora Windows 8. Dico “castrata” perchè era un sistema piuttosto blindato, un tablet con le capabilites di un pc, ma con la possibilità di installare solamente le applicazioni dallo store. Interessante, certamente, ma un bel tablet Android costava decisamente meno.
In tempi più recenti al lavoro avevamo esplorato le istanze ARM di AWS in quanto costavano leggermente meno della controparte x86, forse appunto per il minor consumo energetico, ma lì il problema riguardava il sistema operativo. CentOS, allora, non aveva tutti i pacchetti della distribuzione standard x86 compilati per ARM. Il problema venne risolto in seguito utilizzando la distribuzione Amazon Linux, le cui versioni avevano gli stessi pacchetti.
Il grande passo nel mondo consumer è stato fatto da Apple con i suoi SoC M1 e M2. La casa di Cupertino, però, ha ben predisposto la transizione tra architetture con Rosetta 2, emulatore che permette di eseguire sulla nuova architettura, i programmi compilati per x86. Apple aveva fatto la stessa cosa anni fa durante la transizione dall’architettura PowerPC a x86 dei suoi computer.
Menzione doverosa sui ChromeBook, disponibili anche con processori ARM, la quale presenza è sicuramente non trascurabile (articolo certo non recentissimo ma degno di nota) dimostrazione che non si vive solo di Mac OS e Windows.
Ultimo punto, che mi ha dato l’idea di questo post, è la recente notizia del Project Volterra di Microsoft, un mini computer ARM equipaggiato con processore Snapdragon 8cx Gen3. Al momento è solo un Dev Kit, ma in futuro potrebbe rappresentare l’evoluzione del computer desktop.
Partendo appunto da quest’ultima notizia mi sono chiesto se al momento in commercio esistano dei computer ARM con un po’ di muscoli sotto il cofano dove posso installarci la distribuzione Linux che preferisco con il suo parco applicazioni. Con tutto il rispetto per le piccole board tipo Raspberry o i vari mini pc Android da nemmeno 100 euro, non ho trovato molto altro a parte questo Station M3 che in pratica non è altro che una potente single board con un bel case intorno.
Anche un bel tablet Linux potrebbe essere interessante, anche se capisco che commercialmente potrebbe non essere una buona idea. Un tablet di fascia media sul quale puoi installare il sistema operativo che vuoi è meno a rischio obsolescenza, e quindi da sostituire.
Secondo me per il futuro il binomio Linux e Arm può essere una validissima alternativa (con software open source chiaramente), visto che per quel poco di esperienza che ho Windows 11 mi sta già antipatico. Chiudo dicendo che ragionamenti simili si stanno già facendo dall’altra parte del mondo, per altri motivi chiaramente, in quanto la Cina sta spingendo su sistemi basati su architettura open Risc-V