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Hands-On Manjaro

 

Manjaro è tra le più note delle distribuzioni derivate da Arch Linux, una rolling release ora alla versione 21.2, focalizzata sulla semplicità d’uso ed è disponibile con tre diversi desktop environment: XFCE, KDE e GNOME. Vediamo insieme come vanno!

Iso, installazione e primo avvio

Il boot inizia con una schermata minimale ma molto intuitiva dove dobbiamo fare alcune scelte per avviare il sistema live; l’utente meno esperto potrebbe magari non sapere cosa scegliere tra open source drivers e proprietary drivers, forse qui uno dei due, dovrebbe avere un bel “raccomandato” tra parentesi per facilitarne la scelta.

L’installer è calamares: semplice, funziona bene e fa il suo lavoro, ho soltanto due appunti da fare a riguardo:
– il primo, più importante, è quello di abilitare di default nella schermata del nome utente: Utilizza la stessa password per l’account amministratore, più user friendly

– il secondo è uno spunto preso da Pop!_OS ed è quello di inserire una schermata apposta per la cifratura del disco dove si propone di cifrare usando la password scelta per l’utente. Un’alternativa potrebbe essere quella di enfatizzare meglio la cosa durante il processo di scelta del disco di installazione. Insomma, ci siamo capiti 🙂

L’installazione prosegue senza problemi e si arriva tranquillamente al sistema installato.

Look and feel

Il tema di Manjaro, sfondi compresi, è bellissimo e molto moderno.

La versione KDE ha un layout standard mentre quella XFCE ha la barra in basso con il classico menu di avvio, una combinazione tra disposizione e tema che non fa rimpiangere per nulla le versioni con gli altri desktop environment.

La versione GNOME invece si presenta con la dock centrale ma soprattutto con un meraviglioso layout switcher che (probabilmente) riorganizza le varie estensioni per avere un desktop stile Windows con barra in basso e menu avvio, Mac OS con dock centrale, Gnome standard, Ubuntu con barra laterale, eccetera.

E’ davvero molto interessante perché così l’utente non deve scendere nella tana del bianconiglio cercando di capire come funzionano le varie estensioni. Le icone sul desktop però le avrei abilitate di default.

Applicazioni preinstallate

Manjaro arriva con tutte le applicazioni base preinstallate come browser (Firefox in questo caso), vari player e OnlyOffice come suite di office preinstallata.
Anche i client di posta sono preinstallati, Thunderbird su XFCE e Geary su GNOME, ma francamente non ritengo sia più necessaria la loro presenza out-of-the-box. Gimp, esempio di programma che uso spesso, è preinstallato sulla versione XFCE, mentre nelle altre versioni ci sono i collegamenti specifici di GIMP che puntano all’applicativo che gestisce l’installazione dei software: ottima mossa!

Altro software

Aggiungi/Rimuovi Software presenta l’opzione di abilitare anche altre sorgenti di installazione: snap e flatpak sono abbastanza diffuse e permettono di installare quasi tutto il software necessario, e poi c’è AUR (Arch User Repository) mantenuto dalla community.
Ora qui ho idee contrastanti visto che, per quello che ho cercato io, si parla di software proprietari. Da un lato è molto comodo avere chi ci cucina l’applicazione e ce la serve pronta: come ad esempio il client Synology per la sincronizzazione verso il mio NAS. Dall’altro però rimango perplesso perché su certe cose non mi va che un pacchetto, magari più sensibile tipo Chrome, venga ritoccato da chissà chi: il gestore software mette bene in evidenza la cosa con un messaggio.

Nelle impostazioni di snap/flatpak/AUR però gli switch che riguardano gli aggiornamenti automatici dovrebbero essere abilitati di default.

Forse un bel wizard iniziale aiuterebbe molto, io stesso ho googolato un po’ per cercare di capirci qualcosa all’inizio.

Conclusioni

La distribuzione va alla grande e non mi sento di consigliare una versione piuttosto che un’altra visto che sono tutte eccellenti tra layout e tema. In tutti i test che ho fatto NON HO MAI APERTO IL TERMINALE perché non ne ho avuto bisogno per installare quello che mi serviva.

Il parco software è completo fin da subito e permette di installare tutto ma solo dopo aver abilitato gli altri repository, una semplificazione su questo lato potrebbe essere davvero il punto di svolta.

La consiglierei? Io direi proprio di sì, unica eccezione è se l’utente ha bisogno di applicazioni particolarmente sensibili che arrivano da AUR, come il browser.

Il modello rolling release poi permette di avere software sempre recente e di non avere l’onere di fare il passaggio da una major alla successiva. Questo però a livello aziendale potrebbe essere un problema visto che solitamente quando esce una nuova versione di Ubuntu io devo prima installarla su un PC di test e fare le prime verifiche, poi installarla sul mio computer e rodarla qualche giorno, poi aggiornare la documentazione da condividere con i colleghi, e infine bollarla come approvata.

Marco Giannini

Quello del pacco / fondatore di Marco’s Box