Windows 11 è arrivato, ma …
DISCLAIMER: Non sono esplicitamente ‘a favore’ o ‘contro’ Microsoft, come non lo sono per Linux in generale, Apple, eccetera. Cerco solo di essere il più oggettivo possibile.
Il giorno è arrivato, finalmente o meno, ma è arrivato: Windows 11 c’è! Ha la nuova interfaccia del menu Start che non mi dice un granché ma per carità, ci abitueremo ma anche un altro paio di cambiamenti che però mi hanno lasciato davvero perplesso.
Il primo, molto importante, è che uno dei requisiti è la presenza del TPM 2.0: un modulo che migliora la sicurezza e permette una comodissima cifratura del disco ma che non è disponibile nei computer meno recenti. In altre parole: un computer che funziona velocemente con Windows 10 potrebbe non essere adatto per l’aggiornamento di Windows 11; questo è un male poiché con un SSD anche un computer di 10 anni funziona ancora bene al giorno d’oggi e il mio pc desktop (un assemblato che costava sui 700€ 6 anni fa) è ancora super veloce per il mio utilizzo. Cambiarlo per poter utilizzare Windows 11? Di sicuro non ora, ne parleremo quando Windows 10 raggiungerà la fine del suo ciclo di vita nel 2025 ma ricordiamoci che non siamo più negli anni ’90, un computer oggi ha una velocità di obsolescenza molto più bassa rispetto al passato.
Il problema è anche aggravato dall’improvvisa mancanza dei requisiti di una grossa fetta dei parchi pc aziendali, come segnalato in questo articolo, che probabilmente finiranno a marcire da qualche parte.
La seconda è che la versione Home richiederà obbligatoriamente un account Microsoft e una connessione Internet; per quanto oramai i nostri smartphone funzionino così da anni, francamente è una mossa che su un computer non mi piace. Perché dovrei farlo? Posso tranquillamente a meno dello store, mail e sincronizzazione perché li gestisco con altri sistemi. Perché non posso scegliere come configurare il MIO computer e la MIA installazione di Windows?
Forse tutto questo servirà per introdurre caratteristiche necessarie a sfruttare meglio Windows 365, ma difficilmente MS tornerà indietro sull’obbligatorietà dell’account; spero però che abbassi i requisiti da qui a qualche anno, anche a scapito di features, sulla parte hardware includendo così molti più pc.
Se così non fosse sarebbe bello che il mondo open source/linux iniziasse a limare quegli spigoli che ancora ha dal punto di vista dell’usabilità come ad esempio quelli di cui vi ho raccontato nel mio post precedente.