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La scuola italiana passa a Microsoft Office 365 per la gestione delle caselle email

Il Ministero dell’Istruzione ha completato la migrazione a Microsoft Office 365. Il tutto si è concluso a fine giugno con la migrazione delle caselle di posta elettronica istituzionali a Microsoft. La migrazione riguarda il personale amministrativo del Ministero, i dirigenti scolastici, i direttori dei servizi generali e amministrativi nonché le caselle di posta ufficiali degli istituti scolastici.

Sul sito MIUR pare della fornitura non ci sia traccia. Questo è ciò che gira pic.twitter.com/iKaRRserPD

— Walter Vannini 🇪🇺🇮🇹 (@waltervannini) June 28, 2020

La notizia è stata comunicata al personale coinvolto e, come potete vedere dal tweet di sopra, parla della migrazione ad una caselle di posta elettronica basata su Office 365.

La critica di Wikimedia Italia

Ovviamente questo ha suscitato una serie di critiche da parte di diversi attori del mondo del software libero e open source. Una su tutte Wikimedia Italia che ha criticato la scelta italiana sottolineando come, in altri stati europei come la Germania, si sia fatto l’esatto opposto migrando invece a soluzioni basate su software libero per garantire la privacy degli utenti

Il MIUR consegna le scuole a #Microsoft, migrando la posta elettronica istituzionale a Office365. https://t.co/6dhaE77XwG

Intanto la #PA in Germania passa al #SoftwareLibero per garantire la #privacy. https://t.co/sOePpF5MTp

— Wikimedia Italia (@WikimediaItalia) June 25, 2020

Il Ministero dell’Istruzione, contattato da parte dei giornalisti di Wired.it, ha fatto sapere che tale migrazione ha lo scopo di fornire uno strumento più funzionale per la gestione della posta elettronica e la possibilità di usare tutto il set di applicazioni presenti sulla suite Microsoft Office 365.

Il costo 

Il Ministero non ha voluto dare informazioni in merito al costo di questa migrazione, l’unica cosa che si sa è che la migrazione ha interessato circa 300.000 caselle di posta elettronica.

Il nodo Server 

Di particolare importanza è il nodo server. Stando a quanto dichiarato dal Ministero, i server sono situati all’interno dell’Unione Europea e sono già passati all’esame dell’Agid. Sempre il Ministero ritiene che non sia necessaria la valutazione d’impatto sulla protezione dei dati prevista all’articolo 35 del GDPR.

E le alternative?

Al di la dei costi, l’interrogativo che tutti noi sostenitori del software libero e open source ci chiediamo è se sia stato valutata o meno la possibilità di sviluppare una infrastruttura nazionale basata su soluzioni di software libero.
Il problema della sovranità nazionale riguardo la gestione dei dati pubblici è un problema di particolare importanza, specie in un’ottica a lungo termine. In altre nazioni europee le soluzioni Microsoft basate su Office 365 sono state dichiarate illegali proprio per garantire il rispetto dei dati personali degli studenti.

Marco Giannini

Quello del pacco / fondatore di Marco’s Box