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Quando L’AntiVirus non fa L’Antivirus!

Premessa non inerente:
  
Non scrivevo su questi lidi da molto tempo, principalmente perché mi piace occuparmi di GNU/Linux e delle sue piccole sfide, diciamo che un po’ di calo delle “sfide” e un po’ di infervoramento in meno mi hanno allontanato , se mai approfondiremo .

Quasi tutti hanno letto di Avast Antivirus (se non lo avete fatto ecco a voi un ARTICOLO), della raccolta dati e della poca trasparenza verso gli utenti, quindi voglio un attimo analizzare il problema:         

Su Windows 10 serve davvero un antivirus? 

Questa è un’ annosa questione più che ventennale , i pinguini generalmente se ne fregano, è ampiamente comprovato che :
  1. L’utenza linux è piccola e generalmente preparata .
  2. Chi ha modo e competenza per violare la sicurezza di un Os Linux based punta ad altro dove sicuramente monetizza molto più che su desktop. 

Ma su Windows la storia è ben diversa , Windows vive sui desktop di milioni di utenti, con margini di preparazione che vanno dal super esperto alla nonna che gioca a burraco, come tale diventa un bersaglio facile , non tanto per il Virus informatico stile 90’s che fa cose strane e danneggia gravemente il PC, quanto per i più subdoli e moderni che puntano a monetizzare via pubblicità o con il tracciamento massiccio di tutti i dati del PC.

Il mondo è pieno di esempi, downloader di dubbia provenienza (in questo settore l’italiano medio, che usa come parola chiave “software a pagamento xyz + gratis ” è maestro!) ma anche allarmistici messaggi che promettono l’imminente esplosione del PC se non si fa qualcosa, suggerendo anche il qualcosa, che ironicamente nel 90% dei casi è un antivirus, nel restante un “ottimizzatore” che chiede l’obolo per ottimizzare il PC o anche solo disinstallarsi dal PC.

Un ulteriore aspetto interessante in merito a software AV, sia gratuiti che a pagamento è la loro relazione con Windows stesso, un antivirus per funzionare bene deve andare discretamente a fondo nel sistema mettendoci le mani, spesso scrivendo dati anche nella partizione riservata (strumento usato per lavorare in ambiente WinPE, cioè da modalità ripristino , con l’os praticamente “spento”).

Questo tipo di intervento potrebbe anche essere funzionale alla protezione di Windows , ma microsoft ci sta ripetendo che interferisce nel passaggio da una build all’altra di Windows 10 impedendo di aggiornarlo, che ad oggi è un bel problema , non voglio gettare fango su Avast, ma per quel che sto vedendo in questi giorni la combinazione desktop HP (fascia alta 2012 Windows 7 pro) con avast antivirus si trasforma in un loop durante l’installazione di Windows 10, con sensibili sproloqui dei proprietari; indagando sul problema la causa è proprio avast che patcha WinPE per includere i suoi tool occupando troppo spazio sulla partizione riservata Microsoft, spazio che servirebbe per metterci i file temporanei di Windows 10.

Quindi si, serve una qualche forma di protezione, però mi sento in dovere di informare i lettori che questa forma di protezione non sarà fornita da un antivirus gratuito.

Prima che le ire del mondo mi colpiscano preciso che non prendo l’obolo da qualche compagnia di antivirus (anzi, vista la mia professione mi do anche un po di zappa sui piedi!).

Quindi ecco un piccolo consiglio personale su come usare Windows senza correre troppi rischi, senza antivirus di terze parti!

Windows Defender 






Defender è l’antivirus prodotto da microsoft integrato in Windows, una delle sue incarnazioni è sempre esistita in Windows ma aveva dei limiti, con Windows 10 è diventato un ottimo prodotto, funziona bene ed ha il vantaggio di non farsi ne vedere ne sentire salvo problemi, ottima cosa per la nonna del burraco.

Abilitatelo e seguite i consigli che vi da, anche se personalmente vi direi che si può fare tranquillamente a meno dell’account Microsoft.

Sia chiaro: traccia i vostri dati, ma avete già accettato che Microsoft tracci i vostri dati quando accendete un PC Windows based la prima volta, cerchiamo quantomeno di tenere al minimo il numero di aziende che lo fanno.

Adblocker

Ne esistono a bizzeffe, io faccio parte dei sostenitori di AdBlockPlus, mi piace che sia open source (GPLv3) e mi piace la loro controversa policy su quello che è l’advertising corretto.
Ma questo sono io , potreste preferire AdBlock (non plus) oppure UBlock o altri ancora, vi invito comunque a scegliere con criterio e cautela , potreste ritrovarvi con un grosso problema di privacy.
In ogni caso un Adblocker non si limiterà solo a bloccare pubblicità generiche, tendenzialmente bloccano anche i finti pulsanti download.
Vi ricordo in ultimo che bloccare la pubblicità su internet significa bloccare internet, usate gli strumenti a vostra disposizione con discrezione mettendo in lista bianca siti che usano ads non invasivi e che vi sono utili, non abbiate paura di bastonare duramente siti zeppi di popup e simili.

Browser

Siamo tutti d’accordo che Internet Explorer era il male, giusto? Bene.

Per chi non sapesse Explorer era il male perché era molto radicato nel sistema operativo, faceva tutto, dall’interfaccia grafica al browser web.

Nella vita vera se compriamo una costosa station wagon premium tedesca compriamo anche un qualcosa da mettere nel bagagliaio per caricarci il cane per evitare che sporchi tutto ..no? Ecco, l’approccio di Internet Explorer era cane diretto nel bagagliaio, per giunta pure sporco di fango.

Ora che persino microsoft se ne è resa conto è il caso di pensare ad un browser alternativo.

Vi ricordo che il browser è ciò che vi espone su internet, i succosi dati che molti vogliono raccogliere li gestisce il browser , quindi è un layer abbastanza importante .


Per me la scelta è sempre quella, Firefox!

Mi piace che sia open e comunitario e soprattutto che possa installarlo anche sul frullatore smart (si, ho visto un frullatore con dentro Android!) e lo slogan “fatto per le persone, non per il profitto” è proprio ciò che mi ha preso.

Chrome? mhe! ha di buono che sotto sia open anche lui col progetto Chromium ma c’è il layer di Google che mette le mani ovunque, per qualcuno non è affatto un problema, per me si.

Opera/Vivaldi: Chromium riveduto e corretto, molto simili entrambi quindi Chrome senza Google, ma ci sono altri quindi spiacente, sempre mhe.

Microsoft Edge/Chromium  se non puoi batterli unisciti a loro no?
dopo uno sforzo titanico da parte di microsoft per scrollarsi l’immagine di azienda che non sa fare i browser col vecchio Edge, dimostrando fra l’altro di essere una azienda che non sa fare i browser, buttano tutto all’aria e ribasano Edge su Chromium.

Vale lo stesso discorso di Opera, Vivaldi ed ogni altro figlio di Chromium: c’è dietro una azienda che deve in qualche modo fatturare e potrebbe farlo con i miei dati  quindi Mhe.

Perché mi direte non c’è Chromium puro? Siamo su Windows, non è così facile scaricare ed installare Chromium su Windows come lo è su Linux!

Consiglio PRO : un PiHole 

Non voglio addentrarmi troppo sul tecnico, quindi vi spiegherò a grandi linee cosa sia un Pihole: un server DNS, tipo 8.8.8.8 o 1.1.1.1 , solo che lo fate girare nella vostra rete, su una vostra macchina (sapete no il famoso” non esiste cloud, solo il computer di un altro”) che si occuperà di bloccare tracker e ads prima ancora che arrivino al client finale , installarlo è semplice sia su un Rasperry PI che su un normale PC Linux x86.

Conclusione

Tutti i consigli che vi ho dato sono funzionanti e veritieri, sicuramente vi permetteranno di vivere tranquilli ma è richiesto un requisito fondamentale da parte vostra, il buonsenso.

Il mondo informatico non è dissimile dal mondo reale, se sembra troppo bello probabilmente è una truffa, quindi se prendete a calci il tizio che vi bussa al campanello di casa per vendere il dispositivo che fa girare il contatore al contrario fate lo stesso con l’annuncio che vi offre il programma per far diventare 15 volte più veloce e sicuro il PC.

Poi ricordatevi che la pirateria è quel che è, un abbonamento ad un servizio di streaming legittimo è sicuramente più economico che portare il PC a “pulire” una volta al mese.

Marco Giannini

Quello del pacco / fondatore di Marco’s Box