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Documentiamo i rant

Le mie confessioni hanno suscitato un qualche interesse con diversi commenti e, sono stato davvero contento che i commenti siano stati numerosi e molto educati. Un desiderio di confronto che fa venir voglia di approfondire l’argomento o, in una certa misura documentare il mio pensiero.

LibreOffice Impress

Siamo tutti d’accordo che parliamo della suite di riferimento del mondo Gnu? Penso che si faccia fatica a dare una risposta diversa da sì. Bene, mi sono trovato a dover fare una presentazione per un talk e, ho deciso di usare Impress per farla.
Non mi interessa nulla degli effetti di transizione, in un qualunque corso di comunicazione ti diranno che gli effetti sono il male e, escludendo quelli che fanno comparire il testo, sarebbero tutti da evitare come la morte. Quindi, non mi importa se il bounce non è fluido come su Office, nemmeno ho visto se c’è l’effetto e non mi importa di come vada.
Però, dare risalto ad una immagine, quello ti verrà detto che è una cosa buona e giusta e, dato che il nostro occhio è attratto dalla tridimensionalità, mettere un’ombra sotto una immagine è un buon metodo per far risaltare un’immagine.
Inserisco l’immagine, attivo l’ombra e SBAM ecco a cosa mi sono ritrovato di fronte. DI seguito, vi posto due esempi, uno con ombra quadrata ed uno con un’ombra che segue il profilo, la prima è il risultato che mi aspetto e che ho ottenuto lavorando l’immagine con GIMP, il secondo è il risultato di Impress.
Ombra che segue il profilo
Ombra quadrata

Ora, l’effetto che propone Impress era lo stesso di Office nel 2000 forse. Voi capite che una cosa del genere non è nemmeno proponibile. Un professionista che si trova di fronte a questo risultato semplicemente chiude tutto e passa ad altro. Passare per GIMP per aggiungere una semplice ombra è follia. E non crediate, nel mondo professionale o semiprofessionale, fare presentazioni in cui dover usare effetti visivi è piuttosto frequente.
Ho un amico che usa Inkscape per fare le presentazioni, Inkscape penso anche di saperlo usare in maniera dignitosa

Questo è totalmente fatto in Inkscape secondo i dettami del cliente.
Peccato che Inkscape non supporti il multipagina e quindi, usarlo per fare presentazioni diventi semplicemente una spina nel deretano, anche se potenzialmente ha tutte le carte in regola per produrre cose di estrema qualità. Intendiamoci Inkscape è una delle eccellenze assolute del mondo GNU.
Ma fare presentazioni è piuttosto comune nel mondo del lavoro e, farle belle fa la differenza spesso tra successo e fallimento. Una bella presentazione, ben strutturata, accattivante da vedere tiene le persone concentrate su quello che hai da dire. Una presentazione che abbia tutto le informazioni corrette, ma brutta, comunica male e possiamo dire che la cosa è superficiale, ma resta il punto.

Calc

A cosa mi riferisco quando dico che siamo indietro di almeno cinque anni?
Faccio un paio di grafici, il secondo con il livello di complessità maggiore del primo, perché chiedo un grafico a due assi. Io vi mostro il risultato di Calc e quello di default di gdrive e voi ditemi, quale dei due mostrare in una presentazione.
LibreOffice

Gdrive
L’ho confrontato con una suite gratis e online, peraltro da oggi capace di lavorare anche Offline senza problemi su file nativi. Sinceramente, dovessi scegliere cosa usare per presentare i miei dati, non avrei molti dubbi.

Gimp

Decisamente il miglior software per l’editing di fotografie, sono assolutamente convinto che per le esigenze del 99% delle persone, sia più che capiente e che, anche quell’uno per cento rimanente, deve fare rinunce davvero modeste.
Discorso diverse, se sei un professionista, Photoshop ha delle capacità di programmare Macro che Gimp ha, ma a livelli modestissimi. Me lo ha spiegato un amico fotografo, capisco che abbia esigenze particolari, ma lui paga anche centinaia di euro la licenza, mi sta bene che per lui, Gimp non sia capiente, amen e andiamo avanti.
Voglio inserire del testo bianco su sfondo nero, se non sto attento, se non sono fortunato, se ho un antialiasing della macchina fatto che non gli piace, ecco a cosa vado incontro (in questo momento su Gnome per Manjaro, il bug non è presente, ma l’ho avuto in passato).
Bug Gimp: https://gitlab.gnome.org/GNOME/gimp/issues/3065
Leggetevi le date…questo è un bug che ho riscontrato nel 2012.

Kdenlive

Per distanza il miglior editor video non lineare. L’ho usato in maniera massiccia per mettere a posto diversi miei video, ma l’ho usato anche solo per fare montaggi audio, dato che è molto versatile.
Chi è più esperto di me sa benissimo che la prima cosa da fare, quando si ha del girato è quello di separare le clip, lavoro lungo e noioso ma necessario. Nessuno lo farebbe dentro il progetto, diventa davvero una pena. 
Cosa si fa? Prendi dentro l’anteprima del video e tramite quel menù si definisce inizio e fine della clip, per poi dire esporta area selezionata.
Kdenlive sbaglia regolarmente il taglio, soprattutto quando fai tagli di piccole dimensioni (3, 4 secondi).
Nemmeno parlo del fatto che devi salvare il progetto ogni due minuti, perché ha ancora la tendenza a crashare spesso, molto spesso.
Questa cosa, la fa almeno dal 2015, ancora non fixata (ah, openshot da questo punto di vista invece, non sbaglia).

Schermata di selezione di Kdenlive
Sorvolo sul fatto che siamo praticamente sprovvisti di after effect o simili, a meno di imparare Blender che non è esattamente facilissimo.
Lightworks? Posto che non sia open, non lo conosco e, forse ha qualcosa in questo senso, ditemelo nel caso.
Ovvio, avendo una macchina dedicata, potremmo dire che su Linux gira Maya…ma vabbè.

Annotare PDF

Una cosa banale nel mondo del lavoro, ti mandano un PDF e tu gli fai degli appunti sopra per poterlo condividere. Supponiamo di avere Gnome e di non essere un espertone del settore…non puoi farlo.
Sei fortunato ed hai KDE che con Okular lo fa (benissimo peraltro), oppure installi foxit, sempre che tu lo sappia e, su Manjaro mi resta su AUR che è sempre una fonte che cerco di evitare per quanto possibile. 
Ma questa cosa si può fare, quindi perché la metti nei difetti?
Perché è la dimostrazione di come la frammentazione sia un danno, una funzionalità base la ha un DE e non l’altro. In questo modo il potenziale è suddiviso, una volta da parte, una volta dall’altra e, per fare tutto quello che è possibile fare, devi prendere un pezzo da una parte, un pezzo dall’altra che, per un utente che si affaccia per la prima volta, fa dire che è tutta una cosa artigianale e va su altre piattaforme.

Performance Video

Non so voi, ma su KDE (sempre Manjaro) ho le finestre che ballano in maniera significativa quando le muovo (nvidia attivati, opzioni per il flickering modificate e tutte le cosine fatte). Con Gnome questa cosa non accade e credetemi, fastidiosissima come cosa, visto che si riflette nel play dei video e nello scroll delle pagine. Ma anche su Gnome, bisogna sapere che ci sono delle opzioni specifiche per mettere a posto il tutto.
Diciamo che qui, posso ammettere che faccia parte della curva di apprendimento necessaria per Gnu/Linux, ammetto meno di avere risultati così diversi da un DE all’altro nella medesima distribuzione.

Conclusioni…aperte

Vi sto scrivendo da Manjaro, non sono un linaro che ha abbandonato o che ha smesso di aver passione, ma quando dico che siamo fermi, lo dico perché questi sono difetti che riscontro da anni. Cerco una soluzione, mi sbatto e spesso mi accontento perché per me, il concetto di open vale qualche sacrificio. Ma mi rendo conto, che già oggi il puzzle potrebbe essere molto più avanti nella sua costruzione se avessimo unito le forze, se avessimo ridotto il numero dei progetti concentrandoci ed ammettendo anche di fare qualche compromesso. 
Scrissi qui su questo blog, un articolo su KDE, su quanto potenziale avesse e su quanto l’assenza di un leader, di scelte che delimitassero il progetto gli facesse male. Di quante opzioni alla rinfusa avesse, senza qualcosa di organico. Il potenziale di fare tutto, ma senza una GUI organica. Stanno migliorando, ma KDE è ancora più o meno uguale e l’articolo mio è di Gennaio 2015.

Marco Giannini

Quello del pacco / fondatore di Marco’s Box