EditorialeInformaticaMondo LinuxTelefoniaXiaomi

Testiamo l’assistenza Xiaomi Italia: il ritorno a casa

Rieccomi a parlare dell’assistenza Xiaomi con buone nuove (parziali come vedremo più avanti).
Dopo la falsa partenza di Xiaomi che la prima volta mi aveva rispedito indietro il telefono senza risolvere il problema al display, e il secondo viaggio in assistenza, nella giornata di ieri sono stato finalmente chiamato dal centro di raccolta per andare a ritirare il mio Xiaomi Mi A2 Lite che, dopo un mese in giro per l’Italia, stentava quasi a riconoscermi dopo avermi visto.

Cosa hanno sostituito?

Questa volta hanno sostituito tutto il frontale del display. Per i feticisti delle parti di ricambio la dicitura sulla bolla di accompagnamento è “After sale Front Cover Display Module – Redmi6 Pro black“.

Cosa resta ad un mese dall’ultimo update?

Quello che resta ad un mese dall’ultimo update software è il bug del WiFi in 2,4 Ghz che, anche con le patch di Aprile, continua a presentarsi sia a me che ad altri poveri sventurati sul web (ho avuto conferma su Mi Community). L’ultima volta che ho contattato Xiaomi a riguardo questi hanno dato la colpa a Google, che loro erano a conoscenza del problema e che avrebbero risolto. Intanto è da Dicembre che questo bug software è presente e non riescono a fare nulla… Boh…. fate voi…

Velocità su rete a 2,4 GHz con BT acceso

Velocità su rete a 2,4 GHz con BT spento

Cosa mi resta da questa esperienza?

Quel che mi resta da questa esperienza è che non comprerò mai più un device Xiaomi, meglio risparmiare qualcosa (che poi sempre 229 € l’ho pagato, mica bruscolini) e puntare su marchi più blasonati come Samsung, almeno loro non hanno bug di questo tipo e l’assistenza, stando a quanto mi è stato raccontato da diversi conoscenti, è rapida e risolutiva.
In passato, quando Xiaomi non vendeva direttamente in Italia, c’erano recensori che dicevano che erano telefoni per utenti consapevoli. Ora ho capito a cosa si riferivano in realtà, per utenti consapevoli che in caso di problemi non ti resta che pregare e sperare.

Marco Giannini

Quello del pacco / fondatore di Marco’s Box