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Intervista tripla agli autori di Semplice Linux

Per tutti gli amanti della rubrica “Le interviste ai programmatori Italiani” ecco una nuova succulenta intervista. Questa volta gli intervistati sono ben tre. Gli intervistati sono Eugenio, Luca e Giuseppe che insieme mantengono Semplice Linux, una derivata di Debian Sid con Openbox come DE. 
Buona lettura 🙂
Semplice Linux
1) Beh, iniziamo a rompere il ghiaccio con qualche domanda su di voi, chi siete, cosa fate nella vita e cose simili, insomma una piccola auto presentazione 🙂
Eugenio: Mi chiamo Eugenio Paolantonio (http://me.medesimo.eu) e sono uno studente classe 1996, al momento al quarto anno dell’ITIS.
Spesso mi dicono che me la cavo con l’informatica, ma non cedo e non sistemo i loro computer 😉
Vivo in provincia di Viterbo e, oltre al mondo dei computer, adoro la musica Rock, l’aviazione, la birra e l’Inter.
Luca: Uhm. Allora, mi chiamo Luca, ho 17 anni (quasi 18 ^_^), abito in Lombardia e frequento l’ultimo anno di Liceo Scientifico. Nella vita mi interesso di informatica (ovviamente), di telefonia e di televisione (come mezzo di trasmissione). Tra le altre cose adoro i Led Zeppelin e non sopporto la “musica” dance. 🙂
Giuseppe: Mi chiamo Giuseppe Corti, ho 20 anni, vivo (da poco) a Crema dove studio sicurezza dei sistemi e delle reti informatiche presso l’Università degli studi di Milano e spesso frequento gruppi come TuLUG a cui devo gran parte della mia formazione 🙂
Oltre all’informatica sono appassionato di elettronica, musica (principalmente rock) e videogames.
2) A che età il primo approccio con l’informatica? Quando invece con GNU/Linux?
E: Avevo circa 4 anni. Questo mondo mi affascinò subito!
La prima volta che installai una distribuzione GNU/Linux (Ubuntu 5.04) correva l’anno 2005, era estate.
Purtroppo i file .exe non si aprivano e quindi ho brasato tutto dopo pochi giorni 😉
Lo stesso anno, a Dicembre, installai Ubuntu 5.10 sul mio pc “principale”, danneggiando la partizione di Windows perchè non sapevo che le partizioni NTFS andavano deframmentate prima di essere ridimensionate.
Essendo un tipo molto pigro, rimandai mese dopo mese il recupero dei dati rimasti integri («tanto stanno lì») e imparai a convivere con Linux.
Il mio comune ai tempi era sotto digital divide e quindi non riuscii a documentarmi per bene riguardo al funzionamento di Ubuntu e di una distribuzione Linux in generale. Però anche grazie a vari giornali presi in edicola riuscii a imparare qualcosa. E creai anche il mio primo remix di Ubuntu (una roba obbrobriosa).
L: A 3 anni, utilizzando un lettore di floppy come salvadanaio. GNU/Linux, invece, è entrato a far parte della mia vita a 10 anni, quasi per caso. Ho imparato tutto grazie alle riviste cartacee, visto che in quel periodo non avevo internet a disposizione. La prima distro che provai fu Parsix 0.76 su un vetusto laptop con un PIII.
G: I primi ricordi risalgono a quando avevo circa 8 anni, quando mio padre portò a casa quello che fu il mio primo computer. Ricordo ancora serate passate a giocare a Tomb Rider con lui, ricordi bellissimi 🙂
Con linux ho avuto il primo approccio (non troppo positivo) qualche anno dopo esattamente con knoppix, cd che mi è stato “regalato” da un maestro a scuola. Anche se il vero è proprio “primo approccio” diciamo che l’ho avuto alle scuole medie con ubuntu.
3) Distro preferita? (a parte la vostra creatura)
E: Debian senza dubbio.
L: Debian.
G: Oltre Semplice utilizzo felicemente Funtoo.
4) Ma passiamo ora a Semplice. Come e da chi è nata l’idea di realizzarla?
E: Semplice nasce per mano mia nel 2009. Avevo un PC di fascia media e per cercare di sfruttare a pieno le risorse cominciai a sperimentare con Openbox.
Il risultato mi piacque così tanto che c’è voluto poco per iniziare a sviluppare una nuova distribuzione, visto che avevo già “esperienza” nel campo (prima di Semplice contribuivo ad uno dei molti progetti “tutto-fumo-niente-arrosto” che volevano reinventare il mondo).
L: È nata su idea di Eugenio, che conoscevo già da qualche anno. Quando mi ha chiesto di aiutarlo a sviluppare Semplice ho accettato subito.
G: Beh l’idea è nata da Eugenio, io sono l’ultimo arrivato nel team 🙂
5) Sviluppare Semplice è stato… semplice? Quali sono le difficoltà più grandi che avete incontrato?
E: Avere come base una distribuzione che cambia spesso come Debian Sid è sicuramente un problema. Diverse volte aggiornamenti upstream (dove upstream -> Sid) rompono qualche dipendenza, cambiano qualche feature o rendono il sistema “unbuildable” per settimane.
Un’altra difficoltà c’è stata sicuramente nel creare tutta l’infrastruttura per lo sviluppo. Molte persone si vantano di poter “creare una distribuzione” in pochi giorni, usando tool come remastersys o reconstructor, che prendono una ISO upstream e modificano il suo filesystem compresso installando altri pacchetti o cambiando due wallpaper.
E spesso le modifiche estetiche o ai file di configurazione non vengono neanche fatte attraverso pacchetti separati (che garantiscono il roll-back alla distribuzione di partenza) ma semplicemente modificando direttamente i file interessati.
Questo non è un modo per creare una buona distribuzione derivata secondo me.
Serve una buona infrastruttura dietro, composta da script che partendo *solamente* da pacchetti .deb riescono a tirar fuori automaticamente un file immagine funzionante e riproducibile anche da persone terze insieme ad un sistema di gestione dei buildd per la compilazione dei pacchetti e un altro sistema che li gestisce.
Insomma non è semplice (:D) iniziare lo sviluppo di una distribuzione derivata. Anche se, ovviamente, una volta che tutto funziona le cose si facilitano di molto.
L: Oltre al nome? Sicuramente costruire un’infrastruttura tuttora (quasi) inesistente se non a lato software – utilizziamo server alimentati a criceti per le build di Semplice -, ma anche sopportare i deliri di Eugenio non è facile (questa me l’ha suggerita lui).
G: Beh principalmente direi che la parte che solitamente crea piu problemi durante lo sviluppo di Semplice è lo sviluppo troppo veloce di sid. Spesso siamo costretti ad appportare delle modifiche non previste per poter garantire il funzionamento della distribuzione.
6) Come mai la scelta di basare la distro su Debian Sid e di usare OpenBox?
E: Debian Sid era la distribuzione che usavo prima della creazione di Semplice. É stata cosa buona e giusta basare la nuova distribuzione su di essa, visto che alla fine l’avrei usata anche io 😉
Sulla scelta del WM mi sono già dilungato prima. Un altro fattore determinate è stata la carenza, ai tempi, di distribuzioni basate su Debian con il suddetto window manager. Crunchbang, ad esempio, era ancora basata su Ubuntu.
L: Chiedi ad Eugenio.
G: Chiedi a Luca.
7) Avete sviluppato qualche tool particolare per la distro?
E: Sì. Per facilitare lo sviluppo c’è un tutto-fare chiamato pylaivng (http://launchpad.net/pylaivng), che gestisce la compilazione dei pacchetti, gli archivi e la creazione dei file immagine. Anche se con il passare del tempo è diventato sempre più un’accozzaglia di codice scritto velocemente, quindi è bene che questo progetto venga nascosto il più possibile 😉
Sul lato end-user, abbiamo creato vari tool tra cui alan (generatore dinamico di menu per openbox), keeptalking (che permette la selezione del locale, del timezone e del layout di tastiera), bricks (il gestore delle “feature”), cymbaline (mixer ALSA GTK+3), oneslip (gestore di applicazioni web basato su WebKit2), paranoid (gestore della configurazione degli effetti grafici) ed il tool che mi sta più a cuore, linstaller (il programma di installazione).
Ovviamente sono tutti open source e reperibili su github (http://github.com/semplice).
(Come si può notare, quasi tutti i nomi dei programmi così come quasi tutti i nomi in codice delle varie versioni di Semplice vengono da brani dei Pink Floyd, la mia band preferita :D)
L: Linstaller (il fantastico installer che permette di avere Semplice comodamente sui vostri hard disk), Alan (il tool in Python che dinamizza il menu di Openbox), pylaivng (il build system), oneslip (tool in stile Mozilla Prism).
G: Hanno gia risposto i colleghi 🙂
8) Qual è il target di utenza al quale vi rivolgete?
E: Ci rivolgiamo attualmente ad un target di utenza medio. Per usare Semplice è al momento necessario conoscere già il funzionamento base di distribuzioni basate su Debian.
Di in release in release però cerchiamo di abbassare sempre più il livello di conoscenze richiesto per installare e usare Semplice.
L: Qualsiasi utente che cerchi un sistema leggero, che risponda alle sue necessità e che non imponga paradigmi desktop che non stanno né in cielo né in terra (GNOME Shell docet – Unity pure).
G: Beh Semplice è una distribuzione rivolta a chi vuole utilizzare debian unstable e non ha tempo e/o le capacità di configurare e installare “tutto il necessario” per poter garantire un utilizzo giornaliero del sistema, inoltre Semplice e’ una distribuzione poco avida di risorse, ottima per chi vuole ottenere il massimo delle performance dalla propria macchina.
9) Perché un utente dovrebbe provare Semplice?
E: Perché è elegante, funzionale e leggera. E sopratutto perchè Semplice permette di ottenere una Debian Sid pronta all’uso in pochi minuti.
L: Perché siamo simpatici! Scherzi a parte, perché è una distro desktop razionale, che propone una esperienza di utilizzo… semplice, ed è supportata degli immensi e aggiornati repository di Debian.
G: Perché è una distribuzione subito pronta all’uso, è rolling realese e ha un installazione molto semplice (doh!) e veloce, allo stesso tempo piena di features e configurazioni.
10) Degli altri DE cosa ne pensate? Fra Xfce, LXDE, GNOME Shell, Unity e KDE quale preferite e perché.
E: Tra i cinque preferisco Xfce, seguito da LXDE. Entrambi sono leggeri e non hanno cercato di buttarsi nel mondo touch come GNOME Shell e Unity, mantenendo un’interfaccia usabile su computer desktop.
KDE invece non riesco proprio a sopportarlo. Lo trovo dispersivo e troppo complesso. Anche se ammetto di non aver provato le ultime release.
Anche se in assoluto – tralasciando Openbox – preferisco MATE. Ho un soft-spot per GNOME 2.x. *lacrimuccia*
L: Partiamo da quello che preferisco: XFCE. È l’unico che è rimasto fedele alle sue radici e non ha stravolto quello che era l’ambiente originale. È stato il mio rifugio dopo l’avvento di GNOME Shell. LXDE non è male, ma non fa per me, nonostante usiamo componenti base anche in Semplice (Openbox e PCManFM). Kde non è male, dalla 4.5 – IMHO – è tornato utilizzabile, ma non ho ancora trovato il tempo di testarlo a fondo. Unity tutto sommato è un buon compromesso tra la “vecchia” concezione di desktop e la tanto decantata innovazione/convergenza con i dispositivi touch… Infine arriviamo al DE che odio più in assoluto: GNOME Shell. È il risultato di un concetto di “innovazione” che tende ad imporre (letteralmente) il paradigma tablet all’ambiente desktop, che sono due cose totalmente antitetiche. Ciò che non ho gradito, in primo luogo, è il totale stravolgimento dell’esperienza desktop rispetto a GNOME2, alla quale mi ero abituato e che era praticamente perfetta. Ancora devo capire come mai abbiano compiuto la sadica scelta di cambiare così radicalmente il prodotto. Unica nota positiva, forse, le GTK3…
G: Come ho detto prima oltre a semplice utilizzo anche Funtoo, dove ho installato KDE che uso senza troppi problemi. In precedenza ho utilizzato su altre macchine anche GNOME. Per quanto riguarda i DE più minimali io provengo da Fluxbox che utilizzavo tempo fa su una Slackware 12, mentre non ho mai utilizzato a lungo LXDE e XFCE.
Unity non mi piace, lo trovo scomodo, pesante e progettato male, mentre non posso dire la stessa cosa della versione mobile: apprezzo molto Ubuntu Touch e sono impaziente di poterlo utilizzare al posto di Android sul mio Galaxy Nexus 🙂
11) Veniamo ora alle domande scomode. Visto che siete utenti Debian, cosa ne pensate di Canonical e dei rapporti squilibrati che ha con mamma Debian? E degli utenti Ubuntu? (attenti che io uso Kubuntu :D)
E: Personalmente ammiro Canonical. È grazie a lei se l’utilizzo di GNU/Linux cresce di anno in anno. Ovviamente è un’azienda e, da tale, si preoccupa anche (sopratutto) del profitto.
Alcune scelte fatte (Unity, Mir) non hanno avuto buoni feedback, non solo dalla comunità Debian ma da quella del free software in generale.
Ma dal punto di vista aziendale secondo me renderanno.
Riguardo ai rapporti con Debian non sono poi così pessimi. Bisogna prima di tutto ricordare che molti impiegati a libro paga di Canonical sono anche Debian Developer. E, comunque, c’è della collaborazione tra i vari team. Addirittura Ubuntu mette a disposizione un portale dove tutte le patch aggiunte da loro sono messe a disposizione facilmente, http://patches.ubuntu.com.
Sul parco utenti, ovviamente si troverà una situazione più eterogenea rispetto a quella di – ad esempio – Arch. Sono target diversi ed è normale trovare persone «non-smanettone» tra gli utenti di Ubuntu. E meno male direi, significa che Canonical è riuscita nel suo intento!
L: Secondo me non c’è nulla di scandaloso nel loro rapporto. Collaborano proficuamente e sia Debian che Ubuntu beneficiano di questa collaborazione. Va considerato che comunque Canonical è un’azienda privata, e come tale ha il diritto di compiere delle scelte e offrire prodotti che le permettano di avere un ritorno economico. Ritorno economico che le permette, tra le altre cose, di contribuire sia al proprio prodotto, che al progetto Debian e, più in generale, al mondo dell’open source. Quindi qual è l’elemento che crea scalpore? A mio avviso nessuno. Se il riferimento è a Mir, esso è un progetto che risponde a delle esigenze dettate dalla loro strategia “convergente”, che mira allo sviluppo di un’unica piattaforma software che possa girare agevolmente su qualsiasi device. Se invece il riferimento è a Unity, trovo perfettamente legittimo che un’azienda decida di perseguire i propri obiettivi sviluppando autonomamente i tool che possano contribuire alla realizzazione del proprio scopo, a maggior ragione se il progetto è open source. Certo, è un ulteriore contributo alla “frammentazione” dell’ecosistema GNU/Linux, ma se non hai alternative, non puoi fare altro che seguire la tua strada e procedere in solitaria. Se sarà un successo o meno lo scopriremo alla fine.
G: Mah la situazione secondo me va vista da un punto di vista più obiettivo, senza portare “bandiere”.
Canonical per quanto la si possa criticare, sta svolgendo un ottimo lavoro, a differenza di Debian è focalizzata su un range di utenza senza particolari conoscenze tecniche, non tutti utilizzano il computer per “smanettare” e grazie ad Ubuntu oggi anche chi non ha particolari interessi informatici può utilizzare software libero, risparmiando sulle inutili spese per le licenze di Microsoft & co.
12) Passiamo ora ad una delle domande di rito di Marco’s Box ovvero quella relativa al vostro orientamento religioso: Siete pro Torvalds o pro Stallman? Ovviamente diteci anche il perché.
E: Sono Ateo (:P).
Seriamente, pur stimando entrambi, mi trovo più schierato verso Torvalds. Se (GNU/)Linux non è più un Sistema Operativo di nicchia come lo era tempo fa è anche grazie alle aziende produttrici di hardware che hanno rilasciato driver e firmware, ovviamente lasciandoli chiusi per ovvi motivi.
Linus queste aziende le tollera e fa bene a mio avviso. Il mondo «free as in speech» di RMS è fantastico, però non ci potrà mai essere nè ora nè nel prossimo futuro.
L: La mia religione è l’Inter, e il mio Dio è Javier Zanetti 🙂 Tornando seri, Torvalds e Stallman hanno posizioni che sono diametralmente opposte, che praticamente costituiscono gli estremi del pensiero del free software. Personalmente non sono schierato nettamente da nessuna parte, anche se tendo a trovarmi d’accordo più con l’incazzato Torvalds, che con il “filosofico” Stallman. Il motivo è semplice: il mondo ideale prospettato da Stallman, che si rifà ad una certa ideologia, non potrà mai esistere, essendo fuori da ogni realtà logica. Torvalds, invece è leggermente più “business-oriented”, anche se a volte non le sopporta. (chi ha detto nVidia?)
G: Come Eugenio anche io sono Ateo 🙂 non voglio schierarmi nè con l’uno nè con l’altro, sono entrambe figure che ammiro e rispetto.
13) È di questi giorni la notizia del prossimo rilascio di SteamOS. Pensate che sia un bene per l’ecosistema Linux (per i driver) o che sia un cavallo di Troia?
E: Qualsiasi azienda che contribuisce e sviluppa su sistemi GNU/Linux è benvenuta, inclusa Valve.
L: Cavallo di Troia? E perché mai? Sicuramente la mossa di Valve sta creando l’interesse che il Pinguino si merita dal punto di vista videoludico, che – si spera – porterà innovazione e grandi benefici per il comparto grafico. Tutto ciò non sarà fine solamente ai videogiochi, ma avrà effetti più ampi, che andranno a migliorare l’esperienza d’uso in generale su Linux, rendendolo più appetibile per applicazioni che fanno un uso intenso della GPU, come ad esempio il montaggio video (pensiamo anche all’impegno di EditShare in tal senso, con il porting di Lightworks per Linux – anche se i .deb sono ottimizzati solamente per Ubuntu), o il CAD, etc.
G: Sinceramente da gamer occasionale stimo molto Valve per il lavoro che sta portando avanti su GNU/Linux. Sono molto curioso riguardo SteamOS e non vedo l’ora di provarlo!
SteamOS IMHO non può che portare benefici all’ecosistema Linux, potremmo forse vedere dei driver per schede video AMD finalmente decenti 😛
14) Bene, prima di congedarvi avete qualche saluto/ringraziamento/appello da fare?
E: Saluto e ringrazio i miei genitori. Senza di loro non sarei qua a raccontarvi la mia storia. Ovviamente ringrazio te, Marco, per lo spazio che hai concesso per i nostri deliri 🙂
Spero di aver convinto più persone a provare la nostra distribuzione. Mi farebbe veramente piacere avere dei feedback dai lettori del tuo blog.
L: Ovviamente, in primis, ringrazio te per questa intervista! E poi vorrei fare un ringraziamento speciale al vigile urbano che ogni giorno passa sotto casa a caccia di offerte per il comune.
G: Beh ringrazio te per l’intervista, vorrei inoltre salutare tutto il TuLUG, la community IRC di Semplice Linux e tutti coloro che mi hanno seguito e supportato in questi anni. Usate Semplice 😀

Marco Giannini

Quello del pacco / fondatore di Marco’s Box