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Fedora 19 KDE: una rapida panoramica

Nuova puntata per le mini recensioni di +Marco’s Box. Questa volta sotto la lente di ingrandimento c’è finita Fedora 19 nella sua spin con KDE.
Si lo so, quando si parla di Fedora si pensa sempre a GNOME, ma io ho preferito scegliere la variante con KDE in modo da poter esprimere giudizi sulla distro più veritieri visto che KDE ormai lo conosco e so distinguere fra i pregi della distro e quelli di KDE che di release in release aumenta sempre più la sua velocità.
Cominciamo con la mini recensione 🙂
Installer
Be, come installer c’è Anaconda nella sua rinnovata versione. 

Anaconda in una immagine di repertorio

Ora, non so voi cosa ne pensiate ma per me l’installer è frutto di un viaggio acido da parte degli sviluppatori di Fedora. Imho andrebbe rischitto nuovamente.

Gli utenti provenienti da Ubuntu, Mint, Manjaro e openSUSE si troveranno di certo spaesati.

Primo avvio

Superata la fase iniziale ci si ritrova con un ambiente desktop leggermente modificato rispetto a KDE standard.

Primo avvio (o quasi)
In basso trovate il logo di Fedora, il wallpaper è fatto in casa così come il tema di KDE Plasma che è una via di mezzo fra Aria e Aria per ultraportatili.
Quello che colpisce è il rendering dei caratteri. Io sono molto pignolo su questo e durante il mio peregrinare di distro in distro trovo sempre difficoltà a trovare dei font da “leccare” in stile (K)Ubuntu. Bene, su Fedora il rendering dei fonts è davvero ben fatto (a differenza di distro come openSUSE che a parità di font ha una resa molto inferiore).

Parco Software

Fedora 19 KDE è una installazione di KDE standard. Che intendo dire? Be, intendo che di default abbiamo preinstallato solo applicazioni KDE per la gioia di tutti i puristi. 
Come browser predefinito troviamo Konqueror, come suite di produttività Calligra e come programma per l’editing di immagini troviamo KolourPaint (che non ho capito che l’hanno messo a fare, ma vabè).
Come software center ma anche come gestore aggiornamenti troviamo Apper. Una volta avviato ci mostrerà gli aggiornamenti di sistema.

C’è tanto da aggiornare

Apper fa il suo lavoro però sente il peso degli anni e ogni tanto durante l’installazione di alcuni programmi tende a cannare le dipendenze.
Su suggerimento di +Alessio Perona ho installato Yum Extender (per gli amici yumex) e vi consiglio di fare altrettanto se volete un tool grafico per l’installazione pacchetti e aggiornamenti.

Gli utenti Ubuntu fan degli aggiornamenti da terminale troveranno una gradita sorpresa in yum che risulta veloce e completo. Volete sbavare? Ecco l’output di un aggiornamento

Yum fa molto il precisino primo della classe

Ammirate il resoconto delle operazioni compiute.

Versione di KDE

Fedora 19 KDE è abbastanza allineata con i rilasci di KDE. Dopo un primo aggiornamento ci ritroveremo con KDE 4.10.5
Stando a quanto riferitomi da +Enrico Bastelli, su Fedora è usanza aggiornare KDE all’ultima versione diversa dallo 0. Tradotto nella lingua corrente significa che KDE 4.11.0 non arriva nei repository mentre KDE 4.11.1 si in quanto si presuppone che come relase di manutenzione sia più stabile. Non ho però avuto modo di verificare ciò in quanto ho attivato sin da subito il repository KDE Packaging Project mantenuto da Red Hat. Grazie a questo repository ho avuto prima KDE 4.11.0 e poi l’ultimissimo KDE 4.11.1

Applicazioni non KDE

Paragrafo dal nome strano lo so. Come vi ho detto ad inizio post su Fedora KDE abbiamo solo applicazioni KDE based e questo include anche il browser e la suite da ufficio. 
Se siete fans di Firefox e LibreOffice però, potete facilmente installarli sin da subito e avere una gradita sorpresa (almeno per me che sono utente Kubuntu). Firefox ha i mimetype perfettamente integrati con KDE e dunque i menu apri cartella o l’apertura file dalla finestrella di download di Firefox funzionano perfettamente senza colpo ferire. Se proprio vogliamo essere pignoli l’unica cosa che manca è l’integrazione con le notifiche di KDE quando si va a scaricare un file ma alla fine è cosa da poco.
Stesso discorso per LibreOffice che di default, nonostante siamo su KDE, installa libreoffice-gnome anziché libreoffice-kde come pacchetto per l’integrazione. Come ben sapete il vantaggio di ciò sta nella migliore integrazione dei menu a discesa di LibreOffice con KDE. La versione di LibreOffice è la 4.1.1.2 quindi perfettamente allineata con i rilasci ufficiali (e dunque non dovremo aggiungere nessun repository).

Completare l’installazione di Fedora

Due sono le cose da fare per completare l’installazione di Fedora e potenziarla. La prima è senza ombra di dubbio quella di aggiungere il repository RPM Fusion che altro non è che un mega repository (nato dalla fusione di tre repository diversi) contenente software che Fedora non vuole includere nei repository ufficiali della distro (essendo fortemente open nazi) e che contiene cose come gstreamer, xine, virtualbox. 
L’altra cosa da fare è installare Fedora Utils, un potente tool con interfaccia grafica realizzato da +Satyajit Sahoo (si, lo stesso autore del tema Numix che tanto ci sta piacendo :P) che ci consente di gestire i repository, aggiungere programmi e via dicendo. Grazie ad esso potremo installare tutto il necessario per completare la nostra installazione con pochi semplici click

In pratica è una specie di Ubuntu Tweak ed è imho essenziale, sopratutto per chi si affaccia per la prima volta a Fedora.
Consiglio di usare il tool per mettere in modalità permissiva SELinux altrimenti vi ritroverete sommersi di avvisi.
Riconoscimento hardware periferiche esterne
Sotto questo punto di vista la distro pecca. Nel mio solito test di riconoscimento della mia stampante laser Samsung SCX-3200 la stampante non è stata riconosciuta e ho dovuto scaricare e installare i driver universali Samsung scaricandoli dal sito ufficiale. Sulle Ubuntu based questo non accade, basta che collego la stampante e questa viene riconosciuta correttamente.
Ipotizzo un comportamento simile anche per altre stampanti visto l’esiguo numero di driver precaricati. 
Una piccola tiratina di orecchie va fatta per l’aggiunta della stampante che richiede la password di root in stile openSUSE.

Sensazioni
Passiamo alla parte che può interessare maggiormente agli utenti intenzionati a fare il grande salto ovvero le sensazioni d’uso.
Fedora 19 KDE risulta nel complesso una distro veloce, non esosa nel consumo di RAM (nonostante i tanti servizi in avvio automatico) e stabile. Crash non ne ho avuti nemmeno uno (a parte una falsa partenza del sistema) e l’uso risulta piacevole.
A chi la consiglio? Be, a chiunque è alla ricerca di una distro solida, supportata e aggiornata.

Marco Giannini

Quello del pacco / fondatore di Marco’s Box