L’UE firma l’ACTA fermiamola prima che sia troppo tardi
In pratica i grandi colossi diventano così giudici, giuria e boia.
Acta modifica profondamente i rapporti tra i titolari del diritto
d’autore o di privativa industriale ( brevetti prima di tutto) e i
soggetti che si ritiene stiano violando questi diritti e, sul rapporto
che
L’accordo prevede infatti che, in barba alla disciplina in tema di
privacy, da ultimo richiamata ieri dall’iniziativa europea in tema di
tutela dei dati personali annunciata dalla Commissaria Reading, i
titolari dei diritti possano ottenere dai provider i nominativi di chi
sta violando i loro diritti, senza passare per l’Autorità giudiziaria.
La norma è stata fieramente avversata dalle organizzazioni dei diritti
civili in tutto il mondo per gli impatti che lo stesso accordo può avere
in campi distanti dal mondo della rete.
Acta consentirà cosi di ottenere da un Università Africana che sta
studiando un vaccino contro l’AIDS il nominativo dei ricercatori che
stanno lavorando alla creazione di un farmaco generico e di poterli
quindi sottoporre a procedimento per violazione di brevetto.
In sostanza principio base di Acta è che gli intermediari non possano
proteggere i nominativi di chi compie, a loro dire un’attività illecita,
trasformando gli stessi intermediari in fonti di informazione
privilegiata per perseguire eventuali violazioni.
La situazione è dunque più tragica di quanto è emerso in questi giorni a seguito della, per ora bloccata, normative SOPA e PIPA discusse dal parlamento americano o della normativa Fava.
Come ricorda Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale
“È urgente” – dichiara Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale – “che le diverse mobilitazioni nazionali come quella italiana contro l’emendamento Fava e quella americana contro SOPA e PIPA si uniscano contro il liberticida trattato ACTA che avrà un impatto negativo sulla libertà di espressione, l’accesso alle medicine ma anche alla cultura e alla conoscenza. I cittadini europei devono reclamare un processo democratico, contro le influenze delle multinazionali. Ci saranno diverse votazioni al Parlamento Europeo prima del voto finale di quest’estate e speriamo che non solo Agorà Digitale ma tutte le forze politiche unite in questi giorni contro i bavagli alla Rete vogliano fare pressione sui nostri parlamentari europei.“
Qui c’è in gioco oltre che la libertà di espressione dei cittadini sul web anche la salute di milioni di persone dei paesi in via di sviluppo.